FANFARA STATION

TUNISIA – USA – ITALIA

Flag Tunisia animated gif 120x90Flag USA animated gif 120x90Flag Italy animated gif 120x90

Musica: Etno World Dance

Line Up: Marzouk Mejri: voice percussion tunisian winds loops;

Charles Ferris: trumpet trombone loops; Ghiaccioli e Branzini: electronics and programming

Un dance party creato dal vivo da soli tre musicisti e due loop station usate per sovra incidere le tracce e manipolare i suoni acustici ed elettronici. Fanfara Station fonde la forza di un’orchestra di fiati, l’elettronica e i ritmi e i canti del Maghreb. Ispirato dal ricordo della banda del padre di Marzouk Mejri, Fanfara Station celebra l’epopea delle culture musicali della diaspora africana e dei flussi che da sempre uniscono il medio oriente al Maghreb, all’Europa e alle Americhe. Gli strumenti che si uniscono alla voce di Marzouk sono tantissimi: le percussioni, scascika, tar, bendir, darbuka, tabla che si intrecciano con la tromba, il trombone, il clarinetto e i tre fiati tunisini: nay, mizued e ocra. Il progetto composto da tre musicisti: Marzouk Mejri, cantautore e polistrumentista tunisino considerato uno dei migliori percussionisti sulla scena italiana. Nasce in una famiglia di musicisti – suo padre è stato un noto suonatore di darbouka – Tebourba, a circa 30 km dalla capitale Tunisi. Lo stile trombettistico dello statunitense Charles Ferris si fonda sullo studio delle diverse tradizioni musicali del mondo, soprattutto sulla sperimentazione performativa nei generi legati alla diaspora africana e alle tradizioni balcaniche. Nel 2006 inizia a esplorare la musica classica e popolare tunisina nel Marzouk Ensemble, accompagnandosi ai fratelli del leader. Marco Dalmasso aka Ghiaccioli e Branzini è DJ e produttore torinese di stanza a Firenze che negli anni ha sviluppato uno stile assai personale, partendo dall’elettronica e contaminandola col blues, il jazz e il folk. “Tebourba” primo disco è uscito a primavera 2018 su etichetta Agualoca Records e nello stesso periodo è uscito il documentario “Vita di Marzouk”, film documentario del napoletano Ernesto Pagano, già regista di “Napolislam” che vince subito il premio “Il Razzismo è una Brutta Storia” al Festival del Cinema Africano, d’Asia e America latina di Milano

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